Come e perché conservare il vino?

Come e perché conservare il vino?

Il vino deve essere conservato correttamente, secondo procedure e metodologie ad hoc. Al di là della conservazione del vino in botte, precedente all’imbottigliamento, oggi diamo uno sguardo a come si deve conservare il vino in bottiglia. E’ sbagliato affermare che, per conservare un vino, è sufficiente tenerlo nella dispensa.   La conservazione del vino in bottiglia ha le sue regole e, solamente seguendole, sarà possibile trarne giovamento al momento della degustazione. Non c’è bisogno di essere dei sommelier per conservare correttamente un vino, sia esso bianco, rosso o rosato.   Le prossime righe le dedichiamo alla conservazione del vino, indagando le ragioni che ci portano ad affermare che “un vino più è vecchio, più è buono” e le modalità di conservazione del vino.   C’è da fare una premessa: il vino è un liquido sottoposto a continui cambiamenti, anche dopo l’imbottigliamento. Non penseremo infatti che un vino una volta imbottigliato non si evolva: proprio questa è la principale ragione dietro la lunga conservazione di un vino.   Se si è semplici appassionati di vino, e non si ha a disposizione una vera e propria cantina, dovremmo renderci conto del fatto che la dispensa di casa oppure il garage non sono poi dei luoghi così adatti per conservare un vino. Ciò è dovuto, in primis, al fatto che un vino per conservarsi ottimamente deve essere tenuto in un’atmosfera con la giusta temperatura e la giusta umidità.   Ricordiamo che, oggigiorno, la cantina non è più indispensabile: esistono in commercio numerose tipologie di mini-frigo, anche detti cantinette che, impostati alla temperatura giusta, potranno mantenere al loro interno il vino in condizioni ottimali. Di questi elettrodomestici esistono diverse tipologie, se hai bisogno di approfondire ho trovato questa guida su Vinifero.it a proposito della scelta e delle caratteristiche tecniche delle cantinette per il vino.  

Ma come si conserva un vino nello specifico?

Vediamolo assieme. Innanzitutto, si tiene al buio, al riparo dalla luce solare: questo perché la luce solare che penetra nella bottiglia sottopone il vino stesso a stress ossidativo. Se si imbottiglia il vino da soli è quindi preferibile scegliere bottiglie dal colore più scuro, per il motivo che abbiamo detto in precedenza.   Tenere la bottiglia distesa, magari su un fianco, garantisce poi che il tappo non si secchi eccessivamente e, di conseguenza, renda meno ermetica la chiusura. Questo discorso vale solo ed esclusivamente se si vuole degustare un vino in là con gli anni, e non vale invece per un vino da consumare giovane (detto anche di pronta beva).     Non dobbiamo dimenticare che il vino non ama gli sbalzi, in particolare quelli della temperatura, perciò è necessario conservare una bottiglia a una temperatura costante.     Per quanto riguarda l’umidità dell’ambiente dove viene tenuta la bottiglia, questa dovrà essere mantenuta attorno al 70 % (questo perché altrimenti il tappo si restringerebbe eccessivamente). Per quel che concerne la temperatura dell’ambiente circostante, questa dovrebbe essere mantenuta costante, più di 10 gradi ma non sopra i 18 gradi. La temperatura ambientale si differenzia (di poco) a seconda che si tratti di vino rosso oppure bianco; nel primo caso, questa dovrà attestarsi sui 12/15 gradi, nel secondo sui 10/12 gradi.   Un vino invecchiato produrrà sicuramente dei sedimenti al suo interno: è quindi consigliabile porlo in verticale almeno il giorno prima della sua apertura e conseguente degustazione, in modo tale da far depositare queste “impurità” (se così vogliamo chiamarle) sul fondo della bottiglia: ecco un approfondimento sulla questione.

E perché un vino si fa invecchiare?

I vini rossi, a differenza dei vini bianchi, hanno capacità di invecchiamento maggiore (ma questo non è sempre valido, diciamo per la maggior parte dei casi). Un vino rosso ha comunque più tannini di un vino bianco e, quindi, questo si adatta meglio all’invecchiamento: i tannini si uniscono ad altre molecole (nel gergo chimico “polimerizzano”) e rendono il vino più piacevole: in questi casi si parla di tannini fitti e setosi; al contrario di quelli degli anni di giovinezza: allappanti, graffianti, a volte irruenti.   Quanto detto vale a proposito dell’aspetto gustativo, ma spesso il primo approccio a una buon calice avviene per mezzo dell’olfatto. Il vino si fa invecchiare anche per produrre quell’evoluzione degli aromi che viene detta “terziarizzazione”: dai profumi freschi, di frutti o di fiori, si passa a profumi più complessi che vanno dal cioccolato alla liquirizia, fino ad arrivare allo smalto o alla lacca.   Per completezza è necessario ricordare che non tutti i vini hanno la stessa capacità di invecchiamento: un Prosecco andrà bevuto entro l’anno, mentre un grande Barolo può essere invecchiato anche per 30 anni senza accusare i colpi del tempo e, all’opposto, traendone giovamento.   Il vino è vivo e, come detto, evolve. Nella sua evoluzione il vino raggiunge un apice, un picco, un massimo di espressività delle proprie caratteristiche: l’obiettivo della conservazione e dell’invecchiamento di una bottiglia di vino è proprio quello di riuscire a stapparla nel momento migliore della sua evoluzione.  

Conservazione vino rosso e conservazione vino bianco

Non esistono differenze fondamentali che ci portino ad affermare che un vino rosso deve essere conservato a temperature differenti o a livelli di umidità dell’ambiente diverse rispetto ad un vino bianco. E’ ovvio che, solitamente, un vino bianco per essere degustato al meglio dovrebbe essere freddo; il vino rosso, invece, a temperatura ambiente (ammesso che questa non superi i 20 gradi).  

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