Più infarti e ictus a Natale: cene natalizie sotto accusa

Più infarti e ictus a Natale: cene natalizie sotto accusa

Durante l’inverno i casi
di infarto e ictus aumentano non a caso. L’Osservatorio nutrizionale
Grana Padano è giunto a questa conclusione con un’indagine, che ha
confrontato i consumi alimentari durante le feste con i dati
dell’aumento degli attacchi cardiaci, fornendo poi alcuni consigli su
come comportarsi. In particolare, contribuire a quest’aumento,
sarebbero le abbuffate di Natale e Capodanno: due settimane in cui
gli italiani fanno il pieno di calorie e spesso esagerano.

Sergio Coccheri,
ordinario di Malattie cardiovascolari dell’università di Bologna e
presidente del Comitato scientifico dell’Osservatorio Grana Padano,
sottolinea che «nei mesi invernali, e in particolare nel periodo
natalizio, nei Paesi industrializzati i casi di infarto aumentano del
30-55; anche i casi di ictus cerebrale mostrano una crescita della
stessa entità. Nei mesi freddi, in base agli ultimi dati elaborati
da un’equipe dell’università di Ferrara, si stima inoltre che in
Italia vi siano almeno 8.000 casi di Tia (attacchi ischemici
transitori) in più rispetto al resto dell’anno». I principali
imputati di questo fenomeno sono l’aumento del desiderio di cibo
favorito dalla ridotta esposizione alla luce solare, e il maggior
consumo di alimenti ad alto tenore calorico, tipico della stagione
fredda e delle feste. «In questo periodo dell’anno – prosegue
Coccheri – la circonferenza addominale tende a crescere e questo ha
conseguenze negative in quanto si tratta di un importante fattore di
rischio cardiovascolare. L’aumento del girovita, infatti, si
accompagna spesso a maggiori livelli di colesterolo e di grassi nel
sangue, a valori elevati di pressione arteriosa e a un peggioramento
della glicemia, specie nei diabetici».

Maria Letizia Petroni,
nutrizionista clinica dell’Istituto Auxologico Italiano di
Piancavallo (Verbania) e coordinatore scientifico dell’Osservatorio
Grana Padano, fa presente che in inverno il consumo di frutta secca
(arachidi, mandorle, nocciole, noci, pistacchi) aumenta del 50%, di
cioccolato del 58% e quello di burro del 47%, mentre di maionese se
ne consuma addirittura l’80% in più rispetto al resto dell’anno.
Sempre in questo periodo, si assiste a un aumento nel consumo di
salsiccia e mortadella del 38%, di salame e coppa del 26%, di pasta
all’uovo ripiena del 16%». Troppe calorie a cui si aggiungono,
ricorda l’esperta, «la maggiore sedentarietà tipica dei mesi freddi
e l’eccessivo riscaldamento degli ambienti che ostacolano
l’attivazione del grasso bruno, che è quello che permette la
dissipazione di energia sotto forma di calore».

Gli esperti però
consigliano anche come festeggiare senza rimetterci la salute è
necessario contenere l’introito calorico acquistando solo le
quantità di alimenti “natalizi” strettamente necessarie e di
consumare gli stessi solo nelle occasioni conviviali, evitando di
spiluccare gli avanzi nei giorni successivi; non far mai mancare
sulla tavola natalizia abbondanti caraffe di acqua, servendo le
bevande solo a richiesta; utilizzare come “base” per il soffritto
vino bianco (l’alcol evapora con la cottura) o brodo sgrassato, che
consentono di limitare l’uso di olio e burro; sostituire la panna
con ricotta magra diluita in poco latte; preferire ove possibile le
cotture al vapore o alla piastra a quelle tradizionali; scegliere
ricette che prevedano l’utilizzo di verdure nella loro
preparazione; servire un gelato al limone senza grassi al posto del
sorbetto; limitare il più possibile l’utilizzo del sale per
insaporire i piatti, cercando invece di esaltare con spezie ed erbe
aromatiche il gusto naturale degli alimenti.

Per aiutare a consumare
l’energia in eccesso con gli alimenti si può:

• mantenere in casa e
negli ambienti di lavoro temperature non superiori ai 18-20 gradi;

• vestirsi a “strati”,
mantenendo in ogni ambiente – interno ed esterno – il minimo di
vestiario necessario per sentirsi confortevoli;

• spostarsi
preferibilmente a piedi, utilizzando calzature antiscivolo, e
preferire le scale al posto dell’ascensore.

Fonte http://www.direzionesalute.it