Festa della Polenta e del Cinghiale

Festa della Polenta e del Cinghiale

Sabato 17 Settembre 2011 dalle 20.00 in Corso Italia, altezza Puntavagno, i Cuochi Romagnoli guidati da Loredana Cena organizzano la Sagra della Polenta e del Cinghiale con l’aiuto dei Cacciatori di Davagna guidati da Paolino Rimassa , che è anche Assessore alla Caccia, Sport e Tempo Libero del Comune della Valbisagno. A contorno le tante specialità culinarie romagnole ed emiliane tutte fatte rigorosamente a mano. Lo spezzatino di cinghiale è un piatto ricco dal sapore autunnale, ottimo da gustare al declinare dell’estate. La saporita carne di cinghiale diventa morbidissima dopo una lunga cottura e si sposa alla perfezione con la polenta bianca, dal sapore più delicato di quella gialla che esalta molto di più i piatti che accompagna. Lo storico nucleo familiare è formato dall’esuberante Loredana Cena, nomen omen, dal marito Loreto Rosselli, dal figlio Arturo Cena e da sua moglie Sefora Robert. I “Cuochi romagnoli” sono continuatori di una lunga tradizione famigliare che affonda le proprie radici addirittura negli anni ’40. Nonostante Loredana Cena e i suoi cari abbiano provato a cambiare lavoro, il richiamo della gastronomia itinerante, il profumo di quella cucina che li ha inebriati sin da giovani, ha avuto sempre il sopravvento, palesando l’impossibilità di un divorzio fra loro e questo genere di vita così sui generis. Nelle vene di Loredana Cena, infatti, scorre la tradizione culinaria romagnola, e per di più itinerante, come dimostra la storia dei suoi genitori. Arturo Cena, negli anni ’40, era un commerciante di cavalli di Forlì e un giorno, quasi favolisticamente, si innamorò di una “zingarella” degli argini del Rubicone, Carmela Rosa Bracco. Il dado fu tratto: da quell’amore, infatti, nacque anche un sodalizio all’insegna della cucina, oltre che a sette figli. Durante la guerra la povertà era dilagante, ma la coppia non si arrese alle difficoltà e per cercare di sfamarsi decise di prendere acqua, olio e strutto (grasso di maiale), di mischiarli e di mettere il composto sul fuoco per provare ad ottenere un alimento simile al pane. Da quella situazione precaria, di povertà, nacque la piadina romagnola. Infatti i due innamorati, accorgendosi della bontà del prodotto ottenuto, iniziarono a venderlo nei mercati aggiungendoci prosciutto o altri salumi. Così facendo comprarono una specie di carrettino e girando per l’Italia, deliziavano i palati con questa specialità tutta emiliana. Lo stesso lavoro, lo stesso amore per la cucina itinerante di cui sono validi continuatori Loredana e i suoi cari. Le favole più belle non finiscono mai.