Bipolarismo anche a tavola – tra lusso e low cost la ristorazione si spacca in due

Bipolarismo anche a tavola – tra lusso e low cost la ristorazione si spacca in due

Un’atmosfera di
particolare vivacità ha caratterizzato i contatti business, gli
eventi, i momenti formativi della 36.ma edizione di Host, il Salone
Internazionale dell’ospitalità professionale che si è chiuso oggi
al quartiere fieramilano a Rho. Il clima di fermento negli incontri
di business ha caratterizzato trasversalmente tutti i settori di
Host, dal bar all’hôtellerie, ma è la ristorazione in senso
commerciale che si sta evolvendo verso un modello binario che vede
ristorazione di lusso da un lato e consumi low cost dall’altro.
Almeno è ciò che è emerso dal sondaggio a campione realizzato da
Ispo. L’istituto di Renato Mannheimer ha decretato un verdetto che
pensavamo riguardasse solo le stagioni: ora non solo mancano le mezze
stagioni ma anche le mezze proposte in cucina. Un dualismo
dell’offerta non sarebbe altro che una fisiologica risposta dei
ristoratori al cambiamento di abitudini degli italiani, in questo
difficile momento economico. Sempre secondo l’indagine Ispo sarebbe
“il fattore umano” l’elemento che maggiormente attrae il
consumo fuori casa, sia come possibilità di socializzare, ma,
soprattutto, per la disponibilità e affabilità del personale verso
l’ospite. In generale, comunque, i diversi luoghi di consumo fuori
casa, bar, ristoranti, gelaterie, pizzerie, hotel, registrano – tra
gli intervistati – voti elevati anche per la qualità del servizio
offerto. Quanto all’offerta gastronomica, pare che i consumatori
appaiano particolarmente interessati anche a come viene preparato il
cibo, e sarebbero allettati dall’idea di poter visitare cucine e
retrobottega. Secondo il 4 % degli intervistati mangiare fuori casa
non presupporrebbe una rinuncia alla qualità dei consumi: i più
diffidenti sono concentrati al Sud o nelle Isole maggiori, e le più
dubbiose sono particolarmente le casalinghe. Il look esterno e
interno dei locali si dimostra un richiamo importante per buona parte
dell’utenza. Pare infatti che solo il 19%, tra questi soprattutto
pensionati, abbia sostenuto di non venire influenzato dall’ambiente,
ma il 65% degli italiani dichiara invece di entrare in un negozio
magari solo incuriosito dall’attrattiva dell’ambiente,
indipendentemente dall’intenzione di consumare; addirittura oltre
la metà degli intervistati, talvolta rinuncia agli acquisti se a
prima vista il negozio non piace. Della serie: l’abito fa il monaco
eccome.